Come tutte le vie che si rispettino la Francigena trova in alcune zone delle alternative al tracciato principale. Ognuna di queste ha un fondamento storico e non costituisce certo una soluzione di minore interesse. È del tutto ovvio che i pellegrini trovassero più opportuno seguire percorsi diversi per vari motivi, siano stati essi di natura commerciale che spirituale, oppure per sfuggire, come potrebbe essere nel caso nostro, ai taglieggiamenti di Ghino di Tacco che, dall’alto dell’imponente Rocca di Radicofani, controllava tutto il territorio sottostante.
Il tracciato alternativo propone un interessante viaggio per poter raggiungere l’abbazia benedettina di Abbadia San Salvatore costruita prima dell’Anno Mille. Il complesso religioso è stato grande potenza spirituale e temporale e meta di conforto dei pellegrini che si recavano fino a Roma. Molto interessanti i 50 km che consentono al ciclista di effettuare un suggestivo tuffo nel passato con la scoperta di antiche rocche, solitarie chiese, luoghi mistici come la grotta di San Filippo che si può raggiungere dalla località Pietrineri seguendo per qualche centinaio di metri la via del Bollore che porta alla celebre zona termale.
Il percorso va affrontato con una bici gravel o MTB e non sottovalutato in quanto, pur breve, ha un dislivello notevole. L’altezza massima si raggiunge ai 918 metri del km 28 dopo aver affrontato tratti con pendenze a doppia cifra. Dopo circa 15 chilometri di panoramica discesa, il tracciato della Via Francigena si incontra di nuovo a Ponte a Rigo, tappa di sosta descritta da Sigerico nel suo diario di viaggio del 990 di ritorno da Roma.