Castiglione d'Orcia

Regione: Toscana Distretto: Terre del Benessere Ambito: Val d'Orcia

“Frate Raimondo e frate Tommaso e Monna Tomma e Lisa e io siamo alla Rocca, fra mascalzoni; e mangiansi tanti dimoni incarnati, che frate Tommaso dice che gli duole lo stomaco. E con tutto questo non si può saziare”.

(dalle lettere di Santa Caterina da Siena dalla dimora presso la Rocca di Tentennano)

Castiglione d’Orcia e Campiglia d’Orcia, due dei tre principali paesi del comune, si affacciano sulla splendida Val d’Orcia ed offrono allo sguardo le meraviglie di un paesaggio dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Il terzo paese, Vivo d’Orcia, ubicato alle pendici del Monte Amiata, vive, custode di fresche e preziose acque, totalmente immerso fra i boschi di castagno. Un viaggio capace di unire i tre borghi e di non farsi mancare le calde acque di Bagni San Filippo è una fuga fuori dal tempo e consente di godere non solo delle bellezze naturalistiche ma anche della presenza di inaspettate testimonianze storiche ed artistiche. 

Castiglione d’Orcia, è stato per secoli roccaforte della casata degli Aldobrandeschi; in seguito fu a lungo conteso da Siena e dalla famiglia Salimbeni per la sua posizione strategica lungo la Via Francigena. La Rocca Aldobrandesca e, poco distante, l’imponente Rocca di Tentennano, alla cui ombra si mostra in tutto il suo fascino il piccolo borgo medievale di Rocca d’Orcia, costituiscono visibilmente i due tratti distintivi di un passato assai fiorente e dai caratteri forti. Lo stesso si può dire per Campiglia d’Orcia, un suggestivo abitato altomedievale dominato a lungo dai Visconti;  i ruderi della Rocca Viscontea di Campigliola sono testimoni della loro importanza. 

Gente forte quella del posto: boscaioli, cacciatori e contadini “geusque virum trucis ed duro robore nata” (stirpe di uomini nata dai tronchi del duro rovere). Gente che coltiva anche oggi con amore la memoria e la tradizione che trovano nei canti propiziatori del Maggio una delle più belle rappresentazioni. Ma la magia risiede a Vivo d’Orcia dove dalla roccia sgorgano le fresche e pure acque della sorgente dell’Ermicciolo, con la suggestiva galleria di 80 metri da cui prende vita lo storico Acquedotto del Vivo. Magia è anche la chiesetta romanica di San Benedetto all’Ermicciolo, l’Eremo del Vivo fondato nell’anno mille da San Romualdo. Si deve al cardinale Marcello Cervini, divenuto poi Papa con il nome di Marcello II, la costruzione sui resti del monastero del famoso Palazzo Cervini. 

A valle, infine, si trova Bagni San Filippo, un’area termale antica celebre per la presenza degli spettacolari depositi calcarei della “Balena Bianca”.

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I percorsi simbolo dell’Hub sono il “Grand Tour Val d’ Orcia Patrimonio Mondiale” su strada ed il “Grand Tour Val d’Orcia Paesaggio Culturale gravel”. Entrambi consentono di esplorare l’insieme del territorio compresi gli angoli più nascosti. Di particolare interesse le tratte della “Via Francigena” ed in particolare la variante Amiata che segue in larga parte lo storico tracciato escursionistico. Di fascino esclusivo il viaggio gravel che dalle fresche acque del Vivo porta fino alla zona termale dei Bagni San Filippo: “Il Vivo e la Balena Bianca tour”.