Lasciato a malincuore il centro storico di San Quirico d’Orcia, città del Barbarossa, ci si immette in un bel tratto di strada bianca della Via Francigena in direzione della Chiesa della Madonna del Riguardo e, entrati nella strada asfaltata, si pedala lungo l’originario tracciato della 1000 Miglia. La tappa non è difficile pur con continui saliscendi che caratterizzano gran parte del territorio valdorciano. A Torrenieri il Point è posto nello spazio di fronte alla chiesa di Santa Maria Maddalena, contigua alla Chiesa di San Rocco.

Salire a Montalcino lungo la strada sterrata che porta a Val di Cava è un invito a volgere lo sguardo ammirato verso il panorama classico della Val d’Orcia per poi salire verso la capitale del Brunello percorrendo la principale strada asfaltata tra distese di splendidi vigneti e fattorie storiche. A Montalcino conviene approfittare di una sosta per poter visitare le numerose attrazioni storiche che offre la città o per un gustoso assaggio di una fetta di cacio accompagnato dal miele.

Lasciato Montalcino si sale ancora per 3 chilometri verso Poggio Civitella ed il passo del Lume Spento a 629 metri sul livello del mare. La strada verso Sant’Angelo in Colle è bella, asfaltata e a basso traffico di veicoli a motore. Si incontrano vigneti e boschi fino al pittoresco paese di Sant’Angelo in Colle. Il Point, posto ai giardinetti pubblici, introduce alla visita del centro storico dove spicca la bella pieve romanica di San Michele Arcangelo. A lungo sotto il dominio senese, il paese è stato in passato anche una stazione di posta di transumanza.

La strada bianca che porta a Castelnuovo dell’Abate, già teatro delle sfide del giro d’Italia, si snoda tra boschi, vigneti e fattorie. Prima di arrivare al paese dove è posto il Point, una stradina secondaria porta fino ad uno straordinario monumento storico, l’Abbazia di Sant’Antimo che secondo la tradizione fu fondata da Carlo Magno come voto affinché cessasse il flagello della peste che imperversava in quel territorio. Costruita in travertino e alabastro è sicuramente un gioiello di architettura medievale.

Tappa breve e facile quella che termina al Point di una storica stazione ferroviaria in prossimità del fiume Orcia: l’antica stazione ferroviaria del Monte Amiata – in località Monte Amiata Scalo – è oggi una delle località di transito del Treno Natura.

Le cose si fanno ora più impegnative dovendo raggiungere il Point di Castiglione d’Orcia. Al km 48,5 si lascia la strada asfaltata e si prende una bella strada bianca chiamata Cecchivecchi – l’Aiole. Si tratta di circa 5 chilometri molto interessanti dal punto di vista naturalistico e paesaggistico che sono destinati ad essere ricordati nel tempo. Giunti a Castiglione d’Orcia le cose da vedere sono molte e tra tutte si consiglia di andare alla ricerca di uno dei tesori nascosti della Val d’Orcia posto nella Sala d’Arte San Giovanni dove si conservano i cinque volti della Madonna eseguiti da maestri d’arte come Pietro Lorenzetti, Simone Martini, Giovanni di Paolo e il Vecchietta.

Da Castiglione d’Orcia a Rocca d’Orcia il passo è breve. Una passeggiata che consente di entrare nella storia con la visione della maestosa Rocca di Tentennano, delle viuzze medievali e delle chiese del pittoresco borgo di Rocca d’Orcia. Si narra che Santa Caterina da Siena, in missione politica e religiosa, fu chiamata proprio alla Rocca di Tentennano per pacificare i due rami della famiglia senese dei Salimbeni: qui ricevette miracolosamente il dono della scrittura tanto da dar vita alla sua opera più importante, le “Lettere della Divina Provvidenza”.

In alternativa alla strada asfaltata ci sono belle strade bianche capaci di portarci fino a Gallina. Qualunque sia la scelta, ed in questo caso non è la più breve, significa lasciare dopo qualche chilometro la strada comunale del Pozzo-Gallina e prendere la vicinale del Pozzo in direzione Tavoleto. In tutti i casi ci si immerge nella vera campagna iconica della Val d’Orcia, un miracoloso equilibrio tra la natura ed il sapiente lavoro dell’uomo. Lungo le solitarie stradine si incontrano i poderi, le fattorie annunciate dai cipressi ed i casolari trasformati in accoglienti agriturismi. Il percorso è facile e sarebbe un errore mettersi fretta. Gallina, anticamente conosciuta con il nome di Osteria della Scala, mantiene intatto il suo carattere di borgo contadino dove ci si può fermare a mangiare formaggio e bere buon vino. Del resto siamo al 43° parallelo terrestre ed una sosta è d’obbligo.

La statale Cassia segna il territorio a fondo valle e va percorsa per poco più di 2 chilometri fino al km 74. Poi si inizia a salire prendendo un tratto della Via Francigena in direzione Podere Sant’Achille e si raggiunge quota 750 metri da dove l’antico paese di Campiglia d’Orcia domina tutta la valle circostante. I panorami sono di grande suggestione e, in autunno, castagne di una bontà assoluta.

Scendere da Campiglia d’Orcia lungo una strada solitaria presidiata da una fitta boscaglia è pura gioia. La strada Campiglia-San Filippo è pura poesia e, superato il borgo di Pietrineri consente di incontrare la Grotta del Romitorio di San Filippo Benizi, il religioso rifugiatosi in Val d’Orcia per sfuggire alla probabile nomina di Papa, in un atto di grande umiltà. Racconta la leggenda che il santo, colpendo una roccia con il suo bastone, provocò la nascita miracolosa delle sorgenti di acqua termale che fanno dei vicini Bagni San Filippo una delle mete termali più ricercate.

Da Bagni San Filippo si scende fino alla Bisarca e, superata la strada statale Cassia, si sale fino a raggiungere gli 812 metri di Radicofani, il paese del bandito gentiluomo Ghino di Tacco. La salita è impegnativa ma spettacolare per il vasto panorama di calanchi e prati da pascolo. Nelle giornate estive il sole picchia forte e pertanto si consiglia di munirsi di una buona scorta di acqua e di avere maggiore cautela. Si tenga conto che si sale su di un antico vulcano e alcune tracce laviche sono sempre visibili una volta giunti in paese. Radicofani è uno dei più importanti ed attrezzati paesi per il passaggio dei pellegrini della Francigena ed offre un gran numero di opportunità per una riposante sosta assai consigliabile per la presenza di pregevoli testimonianze storiche e dell’esoterico Bosco Isabella con l’inconfondibile piramide.

È la tappa più difficile dell’intero percorso: in soli 36 chilometri si affrontano ben 864 metri di dislivello temperati dal fatto che ci si immerge nella pura bellezza. La prima parte del viaggio è comunque facile fino all’immissione nella SP 126. La strada bianca è molto bella anche se impegnativa.
Si raggiunge l’affascinante paese di Castiglioncello del Trinoro, un tempo chiamato Castiglione dei Ladri ed oggi, opportunamente liberatosi da tale denominazione, meta iconica ed una vera terrazza sulla Val d’Orcia. Il passo della Foce si raggiunge ancora percorrendo una affascinante strada bianca. Immancabile alla Foce è la visita al “giardino della Val d’Orcia” con un bel pergolato in glicine, il giardino delle rose e lo scenografico scalone di travertino (ingresso a pagamento, si consiglia di controllare in anticipo i giorni di apertura). Per terminare la tappa non resta che raggiungere Monticchiello, il caratteristico paese del “Teatro Povero”. La bellezza regna sovrana.

Pienza, la“Città ideale” voluta da Enea Silvio Piccolomini divenuto papa Pio II, si incontra dopo una pedalata più tranquilla sempre seguendo una bella strada bianca che al km 143 si immette nella Strada Provinciale del Monte Amiata. Pienza, nata “da un pensiero d’amore e da un sogno di bellezza” come scrisse Pascoli, merita una lunga sosta per la sua rinascimentale bellezza ed unicità: la cattedrale, il Palazzo Piccolomini, il Palazzo Comunale, il Palazzo Borgia e tutta la sua struttura urbana sapranno inondare gli occhi di meraviglia e religioso stupore.

Ancora bella strada bianca in direzione Acqua Puzzola fino ad incontrare la SP 53 che porta fino alla SS2 Cassia e poi allo straordinario borgo di Bagno Vignoni con la sua affascinante “piazza d’acqua”, il loggiato di Santa Caterina, gli antichi Mulini e gli stabilimenti termali. Se non fosse dell’impegno di doversi recare a San Quirico d’Orcia, dove altrettanta bellezza è pronta a mostrarsi, ci si potrebbe fermare a lungo senza alcun pentimento.

Per raggiungere San Quirico d’Orcia è giusto faticare un po’ tanto che la scelta non casuale è quella di percorrere un tratto di affascinante Via Francigena, superare Vignoni e proseguire in direzione del borgo. Il paese del Barbarossa offre di tutto per allietare la vista ed il palato del ciclista sicuramente appagato da un viaggio di grande fascino. Dalla Collegiata dei Santi Quirico e Giulitta, agli Horti Leonini, a Palazzo Chigi fino agli angoli nascosti di un centro storico autentico, tutto è godibile e, per chi ha pedalato così a lungo, anche meritato.